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(Non troppa) ironia della sorte, Boris Johnson in terapia intensiva è un campanello d'allarme






Luciano Pavarotti, non troppo tempo fa, intonava un "Nessun Dorma" che nessuno dimenticherà facilmente in seguito. Qualcuno però, qui, si è svegliato troppo tardi e ha favorito un ritardo delle manovre necessarie per far fronte alla pandemia. Si tratta del premier Britannico Johnson che, mentre tutti gli altri discutevano in sede parlamentare di un quasi certo Lockdown, si preoccupò a inizio Marzo di chiudere esclusivamente i bar ed incoraggiare i suoi concittadini ad "evitare luoghi affollati". Salvo piccole proteste sul provvedimento (chissà il perché), il governo del Regno Unito non ha smorzato piccoli passi di dietrofront, tanto che lo stesso Johnson si preoccupò soltanto di rassicurare la popolazione citando la cosiddetta "Immunità di gregge", vale a dire una tutela che proviene dallo sviluppo degli anticorpi della maggior parte della popolazione per far si che indirettamente siano preservati pure coloro che non hanno sviluppato le giuste difese immunitarie. Il governo dunque, onde evitare un crollo finanziario che stava già colpendo Spagna, Italia e Francia, ha preferito un po' chiudere entrambi gli occhi sulle affermazioni dell'Organizzazione mondiale della Sanità e mettere addirittura una benda nera sull'improbabile sviluppo spontaneo di anticorpi. Sono valsi dunque a poco gli esempi Cinesi o Italiani a fronte del nemico invisibile e, probabilmente, il caso avrà fatto la sua parte per tirarsi indietro dalle affermazioni pronunciate qualche giorno prima. Johnson risulterà positivo al tampone, poi il ministro degli esteri britannico, poi un aumento di contagi, pazienti in terapia intensiva e morti, ad oggi arrivati a 7097 in tutto il paese. La crescita degli ammalati, che si aggira in media ai 5500 in 24 ore, non si arresta anche a causa di una politica negligente e poco accurata avvenuta in precedenza e adesso non basta più mettere soltanto una pezza sopra un burrone. Il premier Britannico, che è stato ricoverato in terapia intensiva dopo un peggioramento graduale delle sue condizioni fisiche e respiratorie, è stato ora dimesso. In assestamento e stabile nella sua criticità lo sostituisce intanto il ministro Dominic Raab che, oggi più che mai, deve lavorare per cominciare a costruire una futura fase 2, a partire dal picco imminente. Sperando che il karma stavolta non sia crudele con il fautore della Brexit, adesso che l'allarme risuona forte in una Londra quasi deserta, bisogna reagire "alla Inglese": seduti su un sofa, con una tazza di Thè, nella propria abitazione.


Raffaele Coppola




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