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Fase 2: gli italiani e la loro prova del 9


4 maggio 2020: dopo circa 2 mesi di totale Lockdown economico e sociale il nostro paese torna a respirare con il nuovo d.p.c.m. Infatti, il Consiglio dei Ministri ha discusso molto a lungo con il Comitato Tecnico Scientifico e la Task Force guidata da Colao, arrivando ad una soluzione graduale che impedisca ai cittadini un "fuori tutti" con conseguenze disastrose e retroattive. Nonostante le tante limitazioni rimaste e le capacità interlocutorie del nostro presidente del Consiglio Giuseppe Conte, gli Italiani sembrano avere la testa di cocco, un po' come se la voglia di uscire superi la paura virale.

Il primo giorno della fase 2, infatti, è contrassegnato da una folla sul lungomare di Ognina a Catania, come se fosse una normale domenica d'estate invece di un lunedì caratterizzato dal timore del contagio. Stessa cosa si è verificata a Napoli, in Puglia ma soprattutto in Calabria, dove la governatrice Jole Santelli permise la riapertura di ristoranti e bar prima del ricorso dello Stato Italiano al TAS. Certamente la voglia di riaprire è tanta sia per ridurre un effetto disastroso dal punto di vista economico, nel quale si prevede una caduta libera del PIL del 9% del 2020, sia per il tasso di poveri spiccato in cielo. C'è da dire, però, che le misure restrittive attuate sin dal 9 Marzo hanno permesso al nostro paese di limitare un'ecatombe già attuata, con risultati ben visibili da 20 giorni: pressione nelle strutture ospedaliere alleviata, idem per le terapie intensive, oltre che ad un tasso di contagio sceso sotto lo 0,8% nella maggior parte delle regioni Italiane. Fase 2, dunque, non è un totale via libera ma una scalata da percorrere con la massima cautela. Intanto gli Italiani sono chiamati a adempiere al dovere di preservare il prossimo concittadino, sia economicamente che per fattore sanitario. La coscienza del popolo starà nel voler accelerare le riaperture facendo un altro minimo sforzo, seppur tanti stanno gridando alla fame. E quell'orda di scheletri senza nome, forse, ci farà ricordare che non è stata una fase di transizione, che niente di tutto ciò può andare nel dimenticatoio per poi ripetersi di continuo.

Sperando che sia fase 2 anche per i giovani, fascia pur sempre dimenticata, la quale sta facendo i conti con una pressione psicologica senza eguali, ognuno di noi faccia un passo verso il passato prossimo per non volerlo in futuro.


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