Lo stato che non esiste
- Scio me Nescire
- 4 mag 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 22 mag 2020

Sebbene la disgregazione dell’Unione Sovietica risalga al 1990, e con essa la scomparsa da tutti i 15 paesi che ne facevano parte, dei governi a stampo socialista fortemente influenzati dalla rossa Russia, è ancora oggi possibile visitare un paese che sembra essersi fermato nel tempo: la Transnistria;
proprio così, basta imbarcarsi su un volo diretto a Chisinau, capitale Moldava, e poi percorrere circa 100 chilometri in auto per giungere a Tiraspol, capitale della Repubblica Moldava di Transnistria, più semplicemente Transnistria dal nome del fiume che la attraversa, il fiume Nistro.
Sebbene non sia riconosciuto Indipendente, ma come parte del territorio moldavo, questo paese ha un proprio governo, una propria moneta, e la particolarità che bandiera, simboli, lingua e leggi sono quelli dell’ex URSS;
dettaglio assolutamente non trascurabile in quanto proprio per queste ragioni, la Transnistria continua ad essere considerata dall’ONU come una nazione “pericolosa”, nella quale i diritti civili e umani sono violati o direttamente non considerati, al punto che la stessa ambasciata italiana sul sito della Farnesina avverte che, in caso di problemi, ha poco margine di intervento.
Da un punto di vista economico il paese è tra i più poveri del mondo, con un reddito procapite di circa 662 dollari statunitensi: il paese vanta ancora delle industrie ereditate dall’ex unione sovietica, e la popolazione è per di più impiegata in questo settore; questo dato resta comunque molto impreciso ed approssimativo dal momento che in media 20 persone ogni giorno scappano dal paese per trovare rifugio in altri Stati come la stessa Moldavia, l’Ucraina o la Romania. Tutti paesi che, malgrado tutto, tengono ottimi rapporti diplomatici con Tiraspol.
non pochi sono i problemi riguardanti la lingua: facendo parte dell’ex unione sovietica, e non essendosi mai voluta uniformare con la Moldavia, la Transnistria ha presenti all’interno del suo territorio ben 3 minoranze linguistiche, il Russo che è la lingua più parlata, il rumeno e, data la sua contiguità con l’Ucraina, proprio l’ucraino. Problema, quello della lingua, che trova riscontro anche nell’istruzione Statale che nel 2010 aveva effettuato un tentativo improvviso di chiusura di tutte le scuole che insegnassero rumeno o moldavo con un alfabeto non latino, tentativo conclusosi, a seguito di numerose proteste, con il riconoscimento di quelle scuole come “istituzioni educative non-governative”.
Perché la Transnistria è ancora così fedele alla Russia? La risposta si trova nel fatto che, prima della caduta dell’URSS, il territorio fosse di interesse strategico e che quindi i russi avevano costruito enormi magazzini di armi proprio in quella zona. Da questo ne segue che gli stessi russi hanno per anni continuato a popolare il paese, lasciando una forte traccia che non va via, al punto che, in seguito anche all’ammissione della Crimea da parte della Russia, il governo richiede a Mosca di entrare a far parte del suo territorio anche se, prima di poter essere riconosciuta come Stato, ed eventualmente come parte della Federazione Russa, la Transistria dovrà ancora lavorare molto per allinearsi alle misure, ai livelli, e alle leggi internazionali e soprattutto europee.
Di Gabriele Lupo

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