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Giornata mondiale della Libertà di Stampa



E’ il 3 Maggio del 1991, ci troviamo nella capitale del Nambia, a Windhoek. In questa città, di un lontano paese africano, distante migliaia di km dalle nostre case si è appena concluso un seminario dell’UNESCO che nell’arco di 5 giorni ha elaborato una dichiarazione per promuovere l’indipendenza e il pluralismo della stampa africana. Negli anni a venire quello stesso giorno portò ad altri 4 seminari in giro per il mondo, che adottarono tutti la medesima dichiarazione. Da quel momento il 3 maggio verrà ricordato, dalle Nazioni Unite, come la giornata mondiale della libertà di stampa. Oggi ricordiamo le centinaia di persone: giornalisti e giornaliste che sono morti “in circostanze non chiare” e che hanno perso la vita in giro per il mondo alla ricerca della verità. Ricordiamo l’assassinio di Ilaria Alpi, avvenuto il 20 Marzo del 1994 in Somalia, probabilmente perché stava indagando su un traffico di armi e di rifiuti tossici. Ricordiamo il giornalista russo Orkhan Dzhemal, assassinato nel luglio del 2018 insieme al regista Aleksandr Rastorguev e il cameraman Kirill Radchenko mentre stavano lavorando nella Repubblica Centrafricana ad un importante servizio sugli scandali della Russia di Putin. Pensiamo a Mauro De Mauro, rapito a Palermo da cosa nostra il 16 settembre del 1970, il cui corpo non venne più ritrovato. Negli anni ‘60 il giornalista de L’Ora aveva svelato la struttura e l’organizzazione della mafia in Sicilia. Ricordiamo Pippo Fava, assassinato il 5 Gennaio del 1984 dopo aver scoperto i loschi affari dei 4 Cavalieri dell’Apocalisse e delle speculazioni edilizie che portavano avanti da anni. Oggi pensiamo all’articolo 19 della Dichiarazione Dei Diritti Umani, che afferma “Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione, e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e frontiera.” Ancora oggi in troppi paesi questi diritti sanciti dall’ONU non hanno valenza, ed è fondamentale ricordare le persone che hanno perso la vita mentre lavoravano per far luce su ingiustizie sociali.

La Redazione di Scio Me Nescire



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