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Essere pagati per comprare petrolio? Ai tempi del covid-19 si può fare.


In questi giorni di quarantena è diventato sempre più evidente il danno che il virus sta infliggendo all'economia mondiale facendola avvicinare a un totale crollo. Le previsioni di inizio aprile che ipotizzavano una crisi paragonabile alla grande recessione del 2008 cominciano a confermarsi iniziando da un crollo del punto di riferimento del mercato petrolifero Americano indentificato con la sigla "Wti" (West Texas Intermediate) chiudendo in calo del 305% a -37,63 dollari per barile. I motivi di un tonfo di tali proporzioni, che mai si era verificato nella storia dell'economia globale, è legato alla gestione del mercato del greggio.

Se ogni giorno vengono fisicamente acquistati una stima di ottanta milioni di barili, virtualmente gli spostamenti di proprietà della materia prima si aggirano attorno a un miliardo di barili. Quest'ultimi non vengono in effetti spediti immediatamente all'acquirente ma sono comprati con dei contratti regolamentati detti "futures" al termine dei quali il materiale dovrebbe essere pervenuto. Nonostante ciò è di uso comune una manovra finanziaria detta "rollover" che permette l'allungamento del contratto al fine di poter rivendere guadagnando da un ipotetico aumento del valore della materia prima.

Il crollo del valore di questi contratti non è tristemente legato a un definitivo spostamento del settore verso fonti di energia rinnovabile, ma a una produzione che affoga la richiesta diminuita esponenzialmente a causa del lockdown globale. La produzione è stata ridotta con estremo ritardo rispetto alle effettive necessità globali, a partire dal mese di maggio la produzione sarebbe diminuita di 9,7 milioni di barili al giorno dopo l'accordo stabilito col presidente Trump e l'opec (Organization of the Petroleum Exporting Countries ) giorno 12 aprile.

L'insieme di questi eventi ha portato tutti coloro che volevano vendere i propri futures in scadenza a maggio a non avere nessun compratore e dover quindi recepire realmente la materia prima. I venditori sono stati costretti quindi, o a subire le pesanti spese di stoccaggio, o a pagare chi avrebbe spedito il materiale per trattenerlo.

Le conseguenze di un crollo così pesante stabilisce le basi per la prossima crisi energetica. Quando la società sarà guarita il petrolio potrebbe non bastare o essere troppo caro per alimentare la ripresa industriale necessaria.


Di Cris Amoroso



 
 
 

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