Coronavirus: scelta l’app per tracciare i contagi in Italia
- Scio me Nescire
- 19 apr 2020
- Tempo di lettura: 2 min

Il governo italiano è al lavoro alla “fase 2” e sta cercando una soluzione per uscire dal contesto del lockdown, senza però mettere a rischio la salute dei suoi cittadini. Seguendo l’esempio di alcuni paesi, come la Corea del Sud, ha deciso di avvalersi di un’applicazione per tracciare i contagi da Covid-19 in italia. È la società milanese di Bending Spoons, realtà in crescita negli ultimi anni e che oramai è diventata la sviluppatrice di applicativi in ambiente iOS per l’Europa, ad occuparsi di “Immuni”, l’app che verrà utilizzata per il tracciamento. “Immuni” sarà completamente gratuita, si potrà scaricare liberamente e soprattutto rispetterà i criteri di volontarietà e anonimato fissati dalla Commissione Europea. Le funzioni principali dell’app sono due: in primo luogo sarà in grado, tramite Bluetooth, di rilevare la distanza tra due telefoni e tenerne traccia; nel caso in cui un test dovesse risultare positivo, l’utente lo segnalerà su Immuni, che avviserà tutti i soggetti con cui ha avuto contatti. Una seconda funzione invece servirà per segnalare ogni giorno il proprio stato di salute, per verificare la presenza di eventuali sintomi. L’app "Immuni" verrà inizialmente testata solo in alcune regioni e infine, come spiegato da Domenico Arcuri, commissario per l’emergenza, verrà estesa al resto d'Italia. Il Ministro per l’Innovazione Tecnologica ha precisato che la soglia di efficacia dell’applicativo è determinata dall’adozione da parte di almeno il 60% degli italiani. Trattandosi di uno strumento del tutto volontario e visto che in Italia non tutte le fasce di popolazione hanno adeguata dimestichezza con gli smartphone, è evidente che il problema principale, che determinerà il successo o il fallimento dell’applicazione, sarà proprio quello di raggiungere questa soglia di adesione. Per risolvere questo problema si sta pensando a misure che incentivino il download dell’applicazione, con il rischio però di rendere l’adesione al servizio sostanzialmente imposta e solo formalmente volontaria.
Ludovica Maccarrone

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