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Calcio italiano: si rischia il crac?



Il covid-19 sta mettendo in ginocchio il mondo intero. Le conseguenze di questo maledetto virus si stanno ripercuotendo sulle vite di ognuno di noi e ci proiettano in un futuro dove molte cose cambieranno. Anche lo sport è stato fortemente colpito da questa emergenza. Le massime competizioni, sia europee che mondiali, sono state sospese o addirittura annullate, provocando così ingenti danni economici all’intero panorama sportivo. In particolare il calcio, nello specifico quello italiano, sembra aver accusato maggiormente il colpo. Il dilemma principale riguarda la sospensione del campionato. Il presidente della F.I.G.C. Gabriele Gravina, non sembra intenzionato a dichiarare definitivamente conclusa la stagione 2019/20. I motivi sono molteplici. Innanzitutto la paura di un’estate di fuoco nei tribunali, con diverse società pronte a manifestare il proprio dissenso se i risultati ottenuti sul campo non venissero più riconosciuti. Vi è poi il problema legato ai diritti tv. Sky e Dazn, per poter trasmettere le partite del campionato di Serie A sul mercato italiano, versano ai club un totale di 973 milioni di euro a stagione. A questi vanno sommati i 371 milioni di euro di diritti esteri e i 35 milioni di euro pagati dalla Rai per la Coppa Italia. Il totale ammonta 1,37 miliardi di euro. Se il campionato dovesse essere definitivamente sospeso si potrebbe innescare una battaglia legale tra la Lega di Serie A e i broadcaster. Ma i problemi non finiscono qui. Il calcio italiano non si limita solo alla serie A. I dilemmi maggiori riguardano le esigenze dei club di serie B e C dove, diversi club minacciano di non iscriversi al prossimo campionato se non si dovesse raggiungere alcun accordo economico tra i calciatori e i rispettivi club. Nel corso dell’assemblea di Lega serie C , i presidenti hanno manifestato la necessità di adottare misure che permettano la sostenibilità economica, a partire dallo svincolo sulle fideiussioni e la possibilità di accedere alla cassa integrazione in deroga. La Lega di Serie A ha intenzione di usare il pugno di ferro: tagli agli stipendi dei calciatori del 17% se si dovesse tornare a giocare e del 33% se invece la stagione fosse finita qui. Una proposta definita da Damiano Tommasi (Presidente dell’Associazione Italiana calciatori) «vergognosa e irricevibile». Se non dovesse trovarsi un accordo tra i club e i calciatori, si rischierebbe uno scontro che non gioverebbe a nessuna delle due parti, con diverse squadre che rischiano di sparire e moltissimi calciatori, soprattutto di serie minori, che rimarrebbero senza lavoro. Il calcio italiano versa dunque in uno stato altamente confusionale, che rischia di compromettere seriamente il futuro di questo sport.

Francesco Di Palma




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