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Ci rimangono solo otto anni


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8 anni, abbiamo 8 anni per agire, per evitare di superare il carbon budget.

Per chi non lo sapesse il carbon budget è il limite massimo di emissioni che possiamo emettere nell’aria prima di raggiungere i +1,5/2 gradi C° di media terrestre. Dall’inizio della prima rivoluzione industriale la temperatura media è aumentata di +0,9 gradi C° e sono già noti a tutti quali e quanti danni hanno fatto questi decimi di grado, figuriamoci +1,5 gradi C°.

Tornando al carbon budget, è stato stimato che dal 2018 possiamo emettere nell’atmosfera non più di 420 gigatonnellate di carbonio per riuscire ad avere più o meno il 66% di probabilità di rimanere sotto questi 1,5 gradi C°. Se dovessimo aumentare le emissioni a 580 gigatonnellate avremmo solo il 50% di probabilità, come se dovessimo lanciare una moneta. Ricordiamo però che queste sono tutte stime approssimate e che qualunque valore calcolato per raggiungere questi risultati può cambiare drasticamente da in momento all’altro. Pensate solo che noi esseri umani in un anno in media emettiamo circa 40 gigatonnellate di CO2, nel 2018 ne abbiamo emesse 43 e con questo andamento è semplice calcolare quanto ci rimarrebbe. Il risultato approssimativamente è di 10 anni: oggi ce ne rimarrebbero solo 8 per provare a ristabilire in piccola parte l’equilibrio della nostra amata Terra. Cosa succederebbe se non riuscissimo a tagliare queste emissioni entro pochi anni? Vedremo un irreversibile e drastico cambiamento climatico che porterà ondate di calore estremo che provocheranno incendi in ogni parte del mondo, siccità, innalzamento dei mari, scioglimento dei ghiacciai e lo scioglimento del permafrost. Quest’ultima zona, situata nelle regioni artiche contiene al suo interno una quantità spropositata di gas metano che distruggerà la nostra “barriera” di ozono. Queste sono solo alcune delle supposizioni che gli esperti hanno fatto, non sappiamo ancora quanto duro potrebbe essere questo cambiamento. Sappiamo che dovremmo diminuire del 7,3% all’anno la percentuale di emissioni di metano per arrivare a quel fatidico 66%(dati UNEP). Abbiamo però un piccolo trampolino di lancio che ci ha già aiutato, il covid-19. Sembra strano ma immaginate questa pandemia come un giorno di astinenza dal fumo in una vita passata a fumare.. Il coronavirus ha portato morte in tutto il globo, c’è stato un lock-down e questo ha comportato la chiusura di tutto, provocando una diminuzione di emissioni. Questo breve tempo di inattività non ha fatto assolutamente niente per l’ambiente, ma per noi questa piccola possibilità sarà irripetibile se sapremo sfruttarla a dovere. Se ripartiremo attuando delle vere riforme ecosostenibili saremo in una buona posizione per il futuro. Per sfruttare questa opportunità abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. Le più importanti compagnie petrolifere, di gas metano e di carbone ammettono che possono estrarre petrolio per almeno 100 anni, gas e carbone per altri 50, e noi non possiamo permetterci di consumare ancora queste risorse limitatissime. Si deve partire ora con una reale conversione dal carbon fossile all’ecosostenibile; e non sicuramente come ci ha fatto credere ENI, che pubblicizzava il suo carburante diesel spacciandolo per green ed ecosostenibile, ma che in realtà di green forse aveva solo il nome. Bisogna tener conto anche dell’inerzia climatica, gli effetti visibili che stiamo subendo ora sono gli sbagli commessi da noi essere umani nei primi anni 2000. In un futuro dobbiamo aspettarci di peggio, ma se cominceremo subito, tra poco più di 10 anni potremmo realmente sconfiggere il cambiamento climatico.


Di Ruggero Marcantonio

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